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I
sovietici potevano monitorare le missioni Apollo? |
Alessandro Lattanzio |
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In relazione alla teoria del falso sbarco sulla Luna (Moonhoax),
i debunker citano la presenza dei sovietici, a cui non poteva sfuggire
l’eventuale fabbricazione di un allunaggio. Infatti, molti dicono
che Mosca poteva controllare lo svolgimento del programma ‘Apollo’,
volto a portare un uomo (statunitense in questo caso) sulla superficie
della Luna. Il brano di seguito riportato è una traduzione e
adattamento di un articolo pubblicato sul sito russo Novosti
Kosmonavtiki:
‘A più di 30 anni da quando venne attuata la più
costosa gara tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti per la corsa per
lo sbarco di un uomo sulla Luna, chi ha vinto questa gara prestigiosa
è noto. Molto è successo in quel periodo ...
Il programma di preparazione per lo sbarco dell'uomo sulla Luna, in
URSS (vettori UR-500/L-1 e moduli d’atterraggio H-1/L-3) e negli
Stati Uniti ("Apollo") sono stati eseguiti in parallelo,
e la corsa ha avuto un notevole significato politico. Il governo sovietico
prestò grande attenzione all’attuazione del programma lunare
in Unione Sovietica e in USA. Per avviare il monitoraggio del programma
lunare USA, Ustinov, responsabile del PCUS per il settore della difesa
del paese, alla fine del 1967 incaricò il capo progettista del
RISDE (o SRI-885) MS Rjazan Radio Engineering di sviluppare
un sistema di test specifico con i quali ricevere i segnali delle sonde
del programma Apollo, il sorvolo della luna e lo sbarco sulla sua superficie.
MS Rjazan all'epoca era responsabile della creazione di sistemi
aerei e terrestri di radioassistenza e radio-controllo dei veicoli spaziali
del programma lunare sovietico. Sotto la sua guida, per gestire i veicoli
spaziali sovietici con equipaggio o robotizzati, con cui esplorare la
Luna, fu creato un sistema di Centri di Controllo Terrestre, che comprendeva
due centri di controllo, sei stazioni di monitoraggio terrestri e tre
navali, situati nel territorio dell'Unione Sovietica e in determinati
punti degli oceani. Tuttavia, questa rete non poteva essere utilizzata
per la ricezione delle informazioni dal programma ‘Apollo’,
che operava a una gamma di frequenza diversa e con segnali di struttura
diversa. Era pertanto necessario creare una speciale complesso di controllo
che potesse ricevere i dati dagli ‘Apollo’. Doveva
ricevere dalla capsula statunitense non solo i segnali telefonici (voce)
e telemetrici, ma anche segnali televisivi.
Fu deciso di includere nel complesso di controllo l'antenna TNA-400
con un diametro della parabola di 32 m, che ha sede in Crimea, nei pressi
di Simferopol. Fu usato anche un complesso di antenne radio riceventi
Saturn-MS, per seguire la sonda sovietica automatizzata per
l'esplorazione lunare Lunokhod, il veicolo per il trasporto
delle rocce lunari sulla Terra e i satelliti lunari.
Per lavorare come parte del complesso di controllo, l'antenna TNA-400
venne dotata di un ricevitore a basso rumore, operante nella gamma dei
13 cm (banda S, su cui trasmettevano i moduli del programma lunare Apollo).
Inoltre, il complesso comprendeva un modulatore per trasferire il segnale
di frequenza portante e un gruppo di segnali trasmessi su frequenze
sottoportanti, attrezzature per la selezione delle informazioni vocali,
di telemetria e televisive, attrezzature per la visualizzazione dati
e il controllo del complesso.
La RISDE creò, così, in breve tempo e in collaborazione
con diverse imprese industriali, un sistema pronto, nel novembre 1968,
a ricevere segnali dalle sonde del programma Apollo.
Al fine di monitorare le capsule in orbita intorno alla Luna e lo sbarco
sulla sua superficie, fu necessario disporre dei dati balistici di queste
orbite per calcolare la direzione dell'antenna. Tuttavia, tali informazioni
non furono pubblicate dagli statunitensi. Pertanto, i dati sulle orbite
di volo furono calcolate in base all’orario di lancio e di arrivo
sulla Luna degli ‘Apollo’ riferiti dalla radio
statunitense. Questi dati sono stati calcolati per puntare l'antenna,
ulteriormente assistita dalla raccolta di ulteriori segnali di controllo
della capsula lunare.
Questo approccio al calcolo dei target di designazione permise un’affidabile
ricezione dei segnali degli Apollo. Il problema di trovare i segnali
fu reso più facile dal fatto che tale modello di antenna copre
quasi la metà della Luna. Il monitoraggio fu condotto per le
missioni ‘Apollo 8’, ‘Apollo 10’,
‘Apollo 11’ e ‘Apollo 12’,
dal dicembre 1968 al novembre 1969.
Su tutte queste capsule furono raccolti segnali di buona qualità,
delle conversazioni telefoniche tra gli astronauti e la Terra e delle
informazioni telemetriche sullo stato dei sistemi di bordo. I segnali
televisivi ricevuti erano, invece, di bassa qualità, a causa
del livello insufficiente della potenza radio dell’antenna di
32 metri. Va osservato che la rete di monitoraggio e controllo statunitense
copriva temporalmente quasi completamente tutte le comunicazioni con
gli "Apollo", mentre il sistema di controllo sovietico
poteva ricevere i segnali solo entro l’orizzonte, ovvero la sua
area di visibilità, che coincideva con la zona di visibilità
della stazione di tracking di Madrid.
La missione Apollo 8, guidata da F. Barman, nel dicembre 1968,
effettuò la prima missione con equipaggio umano sulla Luna, effettuando
10 orbite lunari, tornò sulla Terra con velocità di fuga,
effettuando l’atterraggio nell'oceano. Questo volo mise termine
alla prima fase del programma lunare sovietico L-1, anche se il veicolo
e l'equipaggio di volo per la Luna, in quel momento, erano pronti.’
Ora, è evidente che i sovietici, nei tardi anni ’60, dovevano
comunque affidarsi a informazioni di fonte statunitense per cercare
di seguire e monitorare le missioni lunari ‘Apollo’.
Senza i dati e gli orari forniti dai medesimi statunitensi, per i sovietici
sarebbe stato alquanto difficoltoso sorvegliare le missioni lunari.
E in effetti, erano ridotti alla stregua dei semplici radioamatori,
i quali potevano seguire le comunicazioni tra gli equipaggi degli Apollo
e il centro di controllo a Terra della NASA, solo quando le capsule
si trovavano nell’orbita terrestre, e non in altri punti dell’orbita
Terra-Luna.
I sovietici apparentemente, potevano seguire le comunicazioni audio
e telemetrici tra gli Apollo e il centro di controllo di Houston.
Ma, almeno fino al 1972, dovevano continuare ad affidarsi, proprio come
i semplici privati radioamatori, agli orari e ai dati trasmessi dalla
stessa NASA. Infatti, nel 1972 la rete del sistema di monitoraggio spaziale
sovietico venne completata: ‘Nel 1972 il programma di tracking
spaziale Saturn-NS, avviato nel 1957, era stato integrato e ammodernato,
il sistema era costituito dalle linee di comunicazione Korall, Kub,
Basa, dalle stazioni di controllo orbitale Krab-U, Izumrud; dagli elaboratori
Podshezhnik, Veter-3N, e dalle stazioni Kub-U, Korall-U, Kuch-U, dotato
del SKAT. Venne adottata una nuova stazione di telemetria, MA-9MKTM.
Iniziarono le prove per nuove unità autonome, soprattutto navali
(si trattava di navi dotate di antenne paraboliche per l’inseguimento,
il controllo e il monitoraggio di veicoli spaziali orbitanti). Nel 1972,
il KIK (la rete di monitoraggio e controllo spaziale sovietica) effettuò
120.000 sessioni di comunicazione e 42.000 sessioni di controllo, tre
volte in più rispetto al 1967. Dal 1973 la Terza Scuola Militare
degli Specialisti fu costituita, allo scopo di eliminare il deficit
nella formazione del personale.’
Dati che confermano ciò che ha detto il regista Bart Sibrel:
‘I sovietici non ebbero la capacità di tracciare nello
spazio profondo le capsule lunari fino alla fine del 1972, dopodiché,
le ultime tre missioni Apollo vennero improvvisamente annullate’.